Una data, il 13 dicembre 1943. Leggiamo: “si ferma il lavoro in tutti gli stabilimenti di Milano, Sesto San Giovanni, Monza, Melzo, per uno sciopero generale proclamato dal movimento clandestino.
In via Gonzaga, a poche centinaia di metri da piazza del duomo, dopo un’ora di combattimento, feriti e senza nessuna via di scampo, io e i miei compagni ci arrendiamo ai militi fascisti della “Muti”.
Mentre esco con le mani sulla testa, ho la netta sensazione che la mia vita si sta avvicinando alla fine”.

Con queste parole inizia il “diario da Mauthausen” di Carloandrea dell’Amico, all’epoca dei fatti giovano poco più che ventenne, ma già attivo nei movimenti partigiani, a Milano, sua città natale.  

UN PUGNO DI RICORDI
Diario da Mauthausen

di Carlandrea Dell’Amico

Riflessioni in versi su Mauthausen

Io spesso mi domando
se al mondo esistano ancora giardini fioriti,
bambini paffuti e frutti canditi,
lampadari di cristallo,
carretti d’arance, feste da ballo;
se ancora ci siano profumi e sapori,
belle ragazze e films a colori,
suoni di campane
caminetti accesi e musiche lontane;
se esistano ancora castelli incantati,
poltrone imbottite, campi sconfinati;
o se abbiano diviso tutta la terra
in tanti quadrati, circondati da reticolati,
dove uomini incolonnati,
camminano disperati,
con lo sguardo e le scarpe nel fango.
percosse che avviliscono e non uccidono,
tutto si copre di fango
e si smorzano i sapori ed i colori,
si invischia lo spirito nella materia.

Nota biografica

Carlandrea Dell’Amico, nato a Milano nel 1921, è mancato a Modena nel 2004. Nei fatti raccontati in queste memorie emerge la personalità di un giovane che sceglie il rischio della rivolta al regime fascista, pagando il prezzo disumano della deportazione nei lager tedeschi. Ha collaborato attivamente a varie associazioni culturali e umanitarie. È stato il Presidente dell’Istituto modenese “Lodovico Ferrarini per l’istruzione del popolo”; membro della FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane); co-fondatore e Presidente dell’Università per la Terza Età di Modena, che lo ricorda ristampando, e offrendo ai Soci, al pubblico e alle scuole “Un pugno di ricordi” (prima edizione 2004).